Piedi di piombo

VALDIMELLO, PIEDI DI PIOMBO E  UN EROE DIMENTICATO

Oceano Irrazionale e Piedi di Piombo in una prospettiva "quasi" yosemitica
Il “Free-solo” è un bel modo sintetico e musicale con il quale gli anglosassoni definiscono l’arrampicata libera solitaria, quello dove te ne vai su per le rocce libero da qualsiasi vincolo, come in un sogno.  A me, per esempio, piace molto andare “lungo” dopo le protezioni, ma il free-solo mi  fa paura e  la presenza, seppur  remota, di un altro essere umano  legato alla mia corda ha sempre contribuito a garantirmi una decisiva dose di sicurezza psicologica.
 In Yosemite il free-solo è una attività abbastanza praticata, il padre nobile è stato il fuoriclasse californiano John Bachar,  capolista di una tendenza  che ha raggiunto la massima espressione nel canadese Peter Croft (Rostrum e Astroman in giornata e passeggiate su Batterballs al Cookie Cliff slegato e con scarpe da tennis!) e più recentemente in quel fenomeno extraterrestre di Alex Honnold. Ma  aldilà di questi personaggi quasi irraggiungibili, si può dire che questo tipo di scalata sia diffusa nella valle californiana e che la maggior parte dei big e anche degli scalatori di medio-alto livello lo pratica più o meno assiduamente.
Michele al terzo tiro di PDP
Minore fortuna invece ha avuto il free-solo nella nostra Val di Mello. Può darsi che non abbia seguito tutte le notizie della Valle, ma in quasi 40 anni di arrampicata i freesoloist che si sono cimentati sulle nostre vie non sono più numerosi delle dita di una mano. Ricordo, ad esempio, la salita solitaria del Grande Bosca su Luna Nascente, quella di Manolo su Oceano Irrazionale e quella del Pedeferri sulla Via della Lama al Sasso Remenno. In questi ultimi tempi, qualcosa (di grosso) si sta muovendo  con le incredibili scalate in solitaria del giovane elvetico-milanese Saro Costa,  che ha salito slegato, di notte, Polimagò e  Luna Nascente, alla quale va aggiunta la scalata in free-solo di Amplesso Complesso. Bisogna riconoscere all'intrepido Saro di possedere un piede davvero luciferino e di avere portato quello che personalmente considero  la vera evoluzione che la Valle aspettava,  aldilà della pura rincorsa al grado dei Top climber .
Ma c’è una scalata libera solitaria, che può essere considerata una delle più sensazionali mai fatte in Val di Mello e che è passata quasi inosservata, sulla quale si è esercitata una sorta di inspiegabile censura. Ne avevo sentito parlare qualche anno fa e ne rimasi molto colpito, poi, non avendone più avuto notizie, alla fine me la  sono  scordata. La settimana scorsa ho peccato di Hubris (tracotanza) e ho seguito a cuor leggero il mio amico Andrin Sommaruga su Piedi di Piombo senza  allenamento. Così alle soste, mentre commiseravo i miei piedi doloranti “pieni di piombo”, ho fraternizzato con Michele, giovane e gagliardo arrampicatore comasco che mi ha parlato del suo amico “Bimbo”, al secolo Stefano Dotti, che qualche anno fa ha salito slegato questa bellissima, ripida e delicata via.
Ultime spalmate prima della grande cengia
Ora, io capisco i Climber californiani che salgono in free-solo le loro belle e per noi europei durissime vie in fessura: avendoli visti all'opera, so per certo che la loro pompa e la loro tecnica è enormemente superiore al  possibile punto di caduta e si ha l’impressione che ci vorrebbe un colpo di Bazooka per farli cadere. Decisamente più complicata è l’arrampicata in aderenza, dove le mani non possono stringere bene nessun appiglio, tant’é che dopo una sua celebre  free-solo sulla Regular NW dell’Half Dome, il marziano Honnold ha confessato che la parte che lo aveva impegnato di più era stata quella di “friction”del penultimo tiro…
In aderenza c’è un equilibrio più sottile tra la preparazione atletica ( non ne necessita tantissima) e tutto ciò che ti frulla nel cervello e  il confine tra "il tutto" e "il nulla"  si ripropone in maniera inquietante ad ogni spalmo di piede: basterebbe il battito d’ali di una farfalla per far succedere un patatrac. Michele mi ha detto che il suo amico “Bimbo”, poco dopo questa scalata, ha smesso di arrampicare e forse   ha fatto la scelta giusta: se si è raggiunto il massimo livello precluso alla maggior parte dei comuni mortali, che senso avrebbe avuto andare oltre?

Masescu maggio 2016

PS: Mi telefona da una birreria della Baviera, dove si è temporaneamente trasferito con la famiglia, il raffinato arrampicatore (un piacere vederlo scalare) Chicco Fanchi e mi aggiorna sulla storia del free-solo  in Val di Mello.  Quel giorno “eroico” di Piedi di Piombo, prestazione che da sola si può reputare di livello mondiale, Il Bimbo ha proseguito per Oceano Irrazionale e una volta raggiunta la vetta, si è orientato nella discesa della Val Livincina che non conosceva, inseguendo un camoscio, sulla scorta di una solida certezza: “se scende lui ce la posso fare anch’io!” In seguito tornerà a casa, vicino a Como, in bicicletta e a questo punto lo stile “by fair means”, se applicato a questa avventura,sembra quasi riduttivo.
Il Chicco mi ricorda anche quella grandissima prestazione fatta nell'estate del 1996 da Roberto (Roby), Marchini, un autentico “Local Hero” , sulla Via della Pancia al Sasso Remenno.
“Tutti guardano alla parte alta della Pancia perché più estetica, ma il passaggio duro, dopo quello iniziale, si trova ad una ventina di metri dal suolo, con uno spalmo di piede sul nulla e un appiglio rovescio per le dita” mi dice il Chicco che quella via la conosce benissimo avendola scalata tantissime volte.”Il Sasso Remenno faceva parte della nostra vita” ricorda Chicco” e la grandezza del Roby è stata quella di scalare slegato questa via che gli era sicuramente congeniale, ma che era anche molto vicino al limite delle sue abilità arrampicatorie”.
A questo punto mi viene il sospetto che, in fatto di free-solo, io ne sappia meno del dovuto  e non sarebbe male che arrivassero altre testimonianze su questa esclusiva specialità, che appare  prerogativa di personaggi schivi e disinteressati alla ribalta e per questo motivo protagonisti delle storie più affascinanti.

Masescu,  maggio 2016


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