Come dice il mio amico Alberto Schiera (vedi Self Control), l’utilizzo dei friend e dei nut dà alla scalata un risvolto spirituale. Anche se non sembra c'è un abisso tra il semplice “cliccaggio” di uno spit e il posizionamento di un friend, o ancora meglio di un nut, che rappresenta il massimo dello “spiritual climbing”.
Esso consiste in una serie di operazioni che possono essere sintetizzate come segue. Trovare un punto di equilibrio, dialogare con la fessura, scegliere il pezzo adatto, provarlo, a volte cambiarlo, testarlo con strappi vigorosi ed approvarlo. Da questo punto di vista gli spit assumono, più o meno, le sembianze di quei beni favolosi ma non indispensabili di cui riempiamo il carrello dell’ipermercato.
Dove si può praticare la spiritual climbing ?
L’areale, inteso come spazio ecologico ideale per la sopravvivenza di una determinata specie (lo Spiritual Climber), non è enorme ed è raro quasi come il tartufo. Fermandoci all'Italia sicuramente uno dei posti è la Val di Mello. Lo “Spiritual Climbing” si può fare sul “Giardino delle bambine leucemiche”, via dal nome allucinante e doloroso, ideato da Ivan Guerini dopo avere intravisto, al di là dell’alta cancellata di una clinica, la presenza di misteriose e pallide ragazze…
Sul “Giardino” c'è erba con cui lottare, ma anche tiri di ripide placche solatie, con soste sontuosamente barocche, fatte da chiodi di sospetta tenuta da integrare con potentissimi microfriend.
A volte le fessure sono intasate di foglie secche e terriccio portato dalle potenti slavine che, negli inverni nevosi, si staccano dall'alto. Poiché la via è poco ripetuta (un paio di salite all'anno), capita che si debba scavare per portare alla luce le esili fessure a cui assicurarsi e il mezzo migliore non è altro che un buon vecchio “levanuts”.
E’ un gioco d’altri tempi e, in tutto e per tutto, uno “Spiritual Climbing” Nella foto il mitico Ale Clara, esimio anestesista in Milano, sul quarto tiro del “Giardino”. La cornice di faggi che contorna la base delle placche richiamano evidentemente gli alberi di un grande giardino.
MASESCU