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Una visione quasi "alpina" della
Sentinel Rock |
Complice la tinteggiatura della casa e lo spostamento di una libreria, mi è capitato in mano, dopo molto tempo, un vecchio libro di Yosemite dal titolo enigmatico:
Ordeal by Piton. E' una raccolta di scritti che parte dagli albori della scalata (anni 30), fino al termine della
Golden Age, inizio
anni 70. Con una piccola "guidina" verde, dalle relazioni tecniche laconiche e lo splendido "The vertical world of Yosemite" di Galen Rowell, questo libro fa parte della "trinità " dei sacri testi yosemitici in mio possesso.
Oltre ai racconti, a volte un po' ostici da comprendere per un
Malenco, memorabile quello in cui
Warren Harding definisce
Royal Robbins come " il capo dei
Christian Valley", per rimarcarne il carattere da vecchio pretone, la forza di questo libro sta nelle foto: dei veri capolavori in bianco e nero, che trasmettono in maniera potente l'atmosfera di quegli anni. Difficile, dopo aver visto queste immagini, non avere il desiderio di partire per Yosemite.
La foto di copertina di
Ordeal by Piton ritrae uno scalatore in controluce che sale un camino.
A prima vista sembra quasi una foto stilizzata, invece il camino è reale ed è la parte finale dei
"Narrows", una orripilante strettoia incisa nella roccia, una specie di scarico del lavandino, dove la scalata si mischia con la speleologia e che si trova sulla storica via
Salathe-Steck alla
Sentinel Rock.
Il passaggio è talmente stretto che lo si scala a colpi di diaframma, gonfiando e sgonfiando il petto, mentre i piedi, in posizione punta-tacco, tentano di far guadagnare qualche centimetro verso l'alto, nel momento che si butta fuori l'aria.
Insomma: una gran ravanata, durante la quale ho pensato seriamente che non avrei mai più visto i miei figli e che, neppure il più autorevole e raffinato dei testi tecnici è ancora riuscito a codificare.
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John Salathe dopo la salita alla Sentinel |
Quando il camino si allarga, si assume esattamente la posizione dello scalatore della foto di copertina, si gode di uno straordinario senso di libertà dall'oppressione e si scala veloci e a pieni polmoni verso la sosta.
Difficoltà 5.9, ovvero 5b, sich!!
La Salathe-Steck fu, con il
Lost Arrow Cimney (sempre di Salathe), la più grande impresa dei vecchi tempi, uno dei primi gradini con i quali gli scalatori americani iniziarono la veloce rincorsa (e il superamento?) della più blasonata scalata europea.
Per quanto riguarda i due protagonisti di questa via, non potevano essere assortiti in maniera più diversa.
Allen Steck era un giovane WASP: bianco, anglosassone, protestante, rampollo della buona società americana.
John Salathe, invece, era un immigrato svizzero, di professione fabbro, arrivato all'arrampicata quasi cinquantenne. Sua l'invenzione degli indistruttibili chiodi in acciaio al Cromo-Vanadio (i famosi Lost Arrow), che la leggenda vuole
fossero prodotti recuperando e tagliando gli assi di trasmissione dalle carcasse delle Ford, abbandonate nei cimiteri delle auto.
I due scalatori trascorsero cinque giorni in parete nei primi di luglio del 1950 ( Salathe aveva 51 anni) e soffrirono la sete in maniera drammatica, fino ad avere le allucinazioni e a sognare di prosciugare a grandi sorsate l'acqua della piscina, che occhieggiava chiara e fresca dal sottostante Yosemite Village.
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Lost Arrow, altra grande scalata di Salathe,
dove estetica ed avventure si fondono a
meraviglia |
Mentre Allen Steck proseguì con una brillante carriera alpinistica, diventando l'editore di
Ascent, una raffinata e cosmopolita rivista di alpinismo; Salathe, poco dopo questa impresa, abbandonò l'arrampicata, ritornò in Svizzera e, dopo dieci anni, ri-emigrò in America. Visse l'ultima parte della sua vita in una capanna nel deserto californiano del sud, raccogliendo erbe e radici per la sua dieta vegetariana iniziata nel lontano 1944 e, fino alla sua morte, avvenuta nel 1993 a 94 anni, si rifiutò di credere che la sua via alla Sentinel Rock, fosse stata ripetuta nella frazione di una giornata.
Royal Robbins, tra i più grandi protagonisti della Golden Age, gli dedicò la sua più importante impresa, così una delle vie più belle e famose del mondo:
la Salathe al Capitan, ricorda il nome di "
un gran bell matt", come si direbbe nel dialetto della mia meravigliosa Valmalenco.
Masesku luglio 2019