Ron Kauk (Rock and Ice) |
Se l’arrampicata va verso un mondo di “tiratori di tacche”,
l’Andrin va dalla parte opposta. Space Babble è una via di aderenza sulla ovest
della Lower Cathedral, con roccia mossa ma molto ripida e con i passaggi chiave
decisamente lontani dai chiodi. E’ una via piena di storia, uscita da un alone
di mistero grazie al recente restyling e da buona via "demanding" ha una gradazione cinicamente bassa. Sale a poche decine di metri dal Central Pillar of Frenzy,
una delle vie più popolari di Yosemite; da una parte la folla, dall’altra, come
su un altro pianeta, nessuno. Il suo primo salitore è stato, senza dubbio, il
più bello tra gli scalatori di Yosemite: Ron Kauk. Chi non ha visto il poster
che lo ritrae mentre arrampica nella luce della sera, circondato da un
arcobaleno, con una splendida cascata sullo sfondo e non ha soppresso un moto
di invidia nei suoi confronti? Ron è l’unico degli Stonemaster, con Werner
Braun, a vivere stabilmente in Yosemite. D'estate, una volta alla settimana,
tiene una conferenza per i turisti, per il resto si dedica alla conservazione
dei sentieri che portano alle falesie, circondato dall’affetto di giovani
ragazze di una qualche associazione di volontariato. Nelle conferenze, nei filmati, nelle interviste, lui fa il “panteista” e
si atteggia a vecchio saggio, ma un occhio attento riesce ancora a intravedere
il "pelo" della vecchia volpe. Gira con una vecchia Honda blu scuro, malconcia,
che segnala la sua presenza in questa o quella falesia.
Perplessità e "Boldness" su Space Babble |
Quando l’Andrin, tenendosi a lame rovesce nelle quali infila
dei piccoli friend dalla dubbia efficacia, raggiunge lo spit a quindici metri da
terra, si mette finalmente al sicuro dalle conseguenze più gravi di una caduta a terra. Da qui la via piega a sinistra, in un mare verticale
di granito ombroso. Secondo me non c’è niente di più psicologico di una scalata
in placca, con quella alternanza drammatica tra “son vivo”-“son morto”, tra
“son perso” e “son salvo”, tra la prospettiva di una lunga degenza in ospedale, o la felicità di una bella bevuta al bar , entrambe realtÃ
altamente probabili. Mentre scali in aderenza non è la forza dei muscoli che
ti
fa salire, ma l’equilibrio della psiche, materia più infida e delicata.
Alla fine la questione si risolve in una bella e veloce
scalata che indovina la sequenza dei cristalli da “Caricare”, lungo
quell’invisibile linea che segna il confine tra l’"assoluzione" e la "condanna".Altra polpetta avvelenata con gradazione cinica |
L’Andrin, confrontandosi con le vie aperte dai grandi
maestri di Yosemite, si conferma fortissimo, non solo in fessura, ma anche
nell’altra specialità in via di estinzione: l’arrampicata in aderenza. Finita
la sessione Demanding, i “fanghi Yosemitici” proseguono sulle nostre adorate
“Falesie”, lungo le fessure dei Cookies, di Arch Rock, del Rostrum e di quella
perfezione geometrica che è il diedro di “Good Book”. Ma ci sarebbe ancora una via che stuzzica le fantasie dell’Andrin, si chiama “Ow Basket Case” sul Basket Dome, in uno sperduto angolo
dell’High Sierra. Per scalarla bisogna bivaccare fuori sull’altopiano e quasi mi faccio ingolosire dalla proposta. Mi vedo già sotto un cielo tempestato di
stelle, coccolato dal mite clima della notte californiana, arrostire le
salsicce su un bel fuoco profumato dal legno di sequoia, mentre bevo un
buon calice di vino della Napa Valley. Poi accendermi una sigaretta con un tizzone ardente, con la fiaschetta del wisky pronta per prendere sonno, proprio come nel vecchio
west. Però scopro che “Ow Basket
Ow Basket Case non avrai il mio scalpo! |
Così le salsicce, il rosso californiano e il wisky ce li
godiamo comodamente seduti sullo splendido deck della nostra casa, a Yosemite
West.
Masesku Luglio 2017
Il diedro perfetto di "Good Book" |
Blind Faith al Rostrum offwidth.....tanto per cambiare |
Red Zingher ai Cookies |