Una visione quasi "alpina" della Sentinel Rock |
anni 70. Con una piccola "guidina" verde, dalle relazioni tecniche laconiche e lo splendido "The vertical world of Yosemite" di Galen Rowell, questo libro fa parte della "trinità " dei sacri testi yosemitici in mio possesso.
Oltre ai racconti, a volte un po' ostici da comprendere per un Malenco, memorabile quello in cui Warren Harding definisce Royal Robbins come " il capo dei Christian Valley", per rimarcarne il carattere da vecchio pretone, la forza di questo libro sta nelle foto: dei veri capolavori in bianco e nero, che trasmettono in maniera potente l'atmosfera di quegli anni. Difficile, dopo aver visto queste immagini, non avere il desiderio di partire per Yosemite.
La foto di copertina di Ordeal by Piton ritrae uno scalatore in controluce che sale un camino.
A prima vista sembra quasi una foto stilizzata, invece il camino è reale ed è la parte finale dei "Narrows", una orripilante strettoia incisa nella roccia, una specie di scarico del lavandino, dove la scalata si mischia con la speleologia e che si trova sulla storica via Salathe-Steck alla Sentinel Rock.
Il passaggio è talmente stretto che lo si scala a colpi di diaframma, gonfiando e sgonfiando il petto, mentre i piedi, in posizione punta-tacco, tentano di far guadagnare qualche centimetro verso l'alto, nel momento che si butta fuori l'aria.
Insomma: una gran ravanata, durante la quale ho pensato seriamente che non avrei mai più visto i miei figli e che, neppure il più autorevole e raffinato dei testi tecnici è ancora riuscito a codificare.
John Salathe dopo la salita alla Sentinel |
Difficoltà 5.9, ovvero 5b, sich!!
La Salathe-Steck fu, con il Lost Arrow Cimney (sempre di Salathe), la più grande impresa dei vecchi tempi, uno dei primi gradini con i quali gli scalatori americani iniziarono la veloce rincorsa (e il superamento?) della più blasonata scalata europea.
Per quanto riguarda i due protagonisti di questa via, non potevano essere assortiti in maniera più diversa.
Allen Steck era un giovane WASP: bianco, anglosassone, protestante, rampollo della buona società americana. John Salathe, invece, era un immigrato svizzero, di professione fabbro, arrivato all'arrampicata quasi cinquantenne. Sua l'invenzione degli indistruttibili chiodi in acciaio al Cromo-Vanadio (i famosi Lost Arrow), che la leggenda vuole
fossero prodotti recuperando e tagliando gli assi di trasmissione dalle carcasse delle Ford, abbandonate nei cimiteri delle auto.
I due scalatori trascorsero cinque giorni in parete nei primi di luglio del 1950 ( Salathe aveva 51 anni) e soffrirono la sete in maniera drammatica, fino ad avere le allucinazioni e a sognare di prosciugare a grandi sorsate l'acqua della piscina, che occhieggiava chiara e fresca dal sottostante Yosemite Village.
Lost Arrow, altra grande scalata di Salathe, dove estetica ed avventure si fondono a meraviglia |
Royal Robbins, tra i più grandi protagonisti della Golden Age, gli dedicò la sua più importante impresa, così una delle vie più belle e famose del mondo: la Salathe al Capitan, ricorda il nome di " un gran bell matt", come si direbbe nel dialetto della mia meravigliosa Valmalenco.
Masesku luglio 2019