VAL BONDASCA, LA FRANA DEL CENGALO E IL MUGNAIO DI POTSDAM



Mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa di bello sulla Val Bondasca, una valle alla quale sono legatissimo per i ricordi delle tante volte che ci sono stato. Mi sarebbe piaciuto parlare dei suoi rifugi e delle persone che vi ho conosciuto: dalla simpatica e tenera Renata Pol, per molti anni custode del Sass Furà, prematuramente scomparsa per una brutta malattia, alla bella Anna e alla Famiglia Borrello che ne ha continuato la gestione, per arrivare a due e veri miti che stanno nel mio Pantheon Alpinistico: l'Arturo Giovanoli e il Bruno Hoffmaister, due Guide dalle quali ho imparato la semplicità e l'efficacia della scalata. Invece, in seguito alla frana del Cengalo del 23 Agosto scorso e del fatto che la mia auto è rimasta bloccata per un mese al Parcheggio del Laret, ho avuto a che fare con l'Amministrazione Bregagliotta e, mio malgrado, sono costretto a scrivere questo brutto Post, lontanissimo dalla mia visione della montagna e dei rapporti umani che grazie ad essa maturano.
Qui di seguito la lettera che ho spedito nei giorni scorsi al Sindaco di Bregaglia.


Guida Alpina
Paolo Masa
Via Marconi 34
23022 CHIAVENNA SO


Al Sindaco
del Comune di Bregaglia
Sig.ra Anna Giacometti
Casella Postale 36
CH- 7606 PROMONTOGNO


 Buongiorno Signora Sindaco,
mi chiamo Paolo Masa e sono una Guida Alpina Valtellinese.
Innanzitutto le esprimo il mio rincrescimento per quanto è successo il mese scorso in Val Bondasca, una valle che frequento da oltre 40 anni, la mia preferita in tutto l’arco alpino.
Purtroppo le scrivo per esprimere il mio disappunto su come è stata gestito il recupero delle auto che erano rimaste bloccate in Val Bondasca in seguito alla frana del 23 agosto scorso.
Sono salito a Laret con il mio mezzo nel pomeriggio del 20 agosto, munendomi a Bondo del permesso di salita (10 CHF) ed era mia intenzione ritornare a riprenderla alcuni giorni dopo. Purtroppo la caduta della frana del Cengalo me l’ha impedito.
Nei giorni immediatamente successivi alla frana ho avvisato il Comune di Bondo della presenza della mia auto in valle, rimanendo in attesa di istruzioni. Nel periodo intercorso tra il 23 agosto e il 22 settembre ho tenuto dei contatti informali con il vostro concittadino del Soccorso Alpino Marcello Negrini, sempre cortese e disponibile, mentre non ho mai ricevuto, né dal vostro Ente e nemmeno dalla ditta incaricata al recupero, nessuna comunicazione in merito al giorno, alle modalità e al costo dell’operazione.
Avvisato dal Negrini, venerdì 22 settembre mi sono presentato sul luogo dove l’elicottero depositava le auto recuperate, all’uscita della galleria di Bondo.
La felicità di tornare in possesso della mia auto è svanita quando il Signor Tondini (Titolare ditta recupero), prima di consegnarmela, mi ha detto: “Come da comunicazione via mail (mai avvenuta!) lei deve pagare il recupero con carta di credito” presentandomi un conto di 2500 CHF più IVA, che io ho pagato al momento. Conto poi sceso a 1200 CHF più IVA, a cui ha fatto seguito un celere rimborso.
Il 26 settembre, in mattinata, mi sono recato presso la vostra Cancelleria di Bondo per chiedere se era stata prevista una qualche forma di contributo da parte del Comune per il recupero del mezzo. Mi è stato risposto, da una vostra funzionaria in presenza di un poliziotto, che la responsabilità era tutta mia: avendo portato a Laret la macchina, era anche compito mio riportarla a valle, a spese mie.


Ed ora alcune considerazioni.
Sarei stato contento di riportare a valle la mia auto, utilizzando la stessa strada a pedaggio della salita, ma per causa di forza maggiore non mi è stato possibile!
Non ho ricevuto nessuna comunicazione, né da parte vostra e neppure della ditta autorizzata al recupero, riguardo i costi dell’operazione, impedendomi anche di esplorare possibili alternative.
La gestione della faccenda mi è sembrata a dir poco grossolana e del tutto indifferente al fatto che io, come tutte le persone coinvolte in quelle brutte giornate, fossimo, in qualità di turisti, ospiti del vostro Comune.
Le dirò infine che esistono delle tecniche di monitoraggio geologico preventive, ben note nel campo della geologia, che conosco bene poiché ci lavoro in qualità di tecnico da 30 anni in Italia, che molto probabilmente avrebbero evitato la morte di otto persone.
Per concludere: i soldi vanno e vengono, la vita delle persone morte non torna indietro.
                                                                                                          Paolo Masa
                                                                                                          Guida Alpina



PS: Aggiungo che, se il fatto fosse capitato in Italia, le macchine sarebbero state recuperate gratuitamente dalla Protezione Civile, indipendentemente dalle assicurazioni, dalla nazionalità e dalla disponibilità finanziaria dei rispettivi proprietari.

Chiavenna 27 settembre 2017

La risposta del sindaco è stata la seguente:

Buongiorno Signor Masa

Le comunico che il Comune di Bregaglia non ha mai dato un incarico ufficiale per il recupero delle vetture rimaste in Val Bondasca dopo la frana del 23 agosto.

Il coordinamento e l’organizzazione di quest’azione è stata fatta dalla ditta Tondini e Le chiediamo quindi di risolvere la questione direttamente con il signor Tondini.

Questa è l’unica risposta che possiamo dare, anche ai giornalisti ai quali Lei intende inoltrare la lettera.

Distinti saluti

Anna Giacometti


Sindaco del Comune di Bregaglia
Casella postale 36
7606 Promontogno

081 822 60 70



Insomma, il Sindaco se ne lava le mani e se, nel pomeriggio del 20 agosto sono salito in macchina a Laret, la colpa è stata mia. Si dimentica di un piccolo dettaglio però: le chiavi della mia macchina al Sig Tondini, responsabile del recupero delle auto bloccate in Bondasca, sono state date proprio dal Comune che lei amministra, presso la cui Cancelleria ero stato invitato da una funzionaria a depositarle. Chiaro che questo non è stato il problema più grosso che la sindaca abbia dovuto affrontare, però il pasticciaccio e il suo comportamento si commentano da sè.
Alla fine, quello che mi spiace di più è che i miei amici della Bregaglia si vedano rappresentati da una amministrazione così arrogante per la quale: corretta comunicazione, trasparenza ed assunzione di responsabilità non hanno nessun valore. Ma, visto che c'è un'indagine in corso da parte della Magistratura Svizzera sulla frana del Cengalo, come diceva il Mugnaio di Potsdam nella celebre favola: "Ci sarà pure un giudice a Berlino....."

Masesku settembre 2017















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