MASESKU: NON SEI PIU' QUELLO DI UNA VOLTA.......



Mi chiama dalla Val di Mello il collega Giovanni Ongaro, simpatico, gigione, tollerante, una delle poche guide che sa scalare bene in fessura, che mi ricorda un po'il bassista
di una Rockband  e mi dice:

Helene al terzo tiro di Luna Nascente
"sei libero domani? ci sarebbe una ragazza olandese che
vuole fare Luna Nascente...... "
A dire il vero ho in programma un Bernina, ma a Luna Nascente con una ragazza olandese non si rinuncia, per nessun motivo al mondo.
In Sosta lungo il diedro perfetto
"Va bene" rispondo,
"Aspetta che te la passo" mi dice il Giuan.
Così mi trovo a conversare in inglese, "Malenco Version", con la ragazza e alla fine ci accordiamo per incontrarci alle otto e trenta del giorno dopo al Bidè della Contessa.
E' un'appuntamento old style perchè il Bidè è uno dei pochi posti al mondo nel quale i cellulari non ricevono e questo conferisce al tutto un aspetto romantico.
Et Voilà in dinamica!

Arrivo in Val di Mello con un po' di anticipo, mi incammino lungo la mulattiera e all'altezza del ponte della Val Qualido incrocio una bella signora dall'aspetto nordico che
scende verso valle.
Ci salutiamo, proseguendo ognuno per la propria strada.
Peccato non sia la "mia ragazza" penso, anche perchè ha lasciato dietro di se il gradevole profumo di una delicata fragranza...
Le otto emmezzo arrivano e io guardo il sentiero verso il Rifugio Mello dove è alloggiata l'olandesina e non vedo nessuno,
aspetto cinque minuti e niente, a venti alle nove ancora niente e decido di fare una corsa verso il rifugio per vedere se la trovo.

Sicuramente uno dei luoghi più estetici delle Alpi....
"Ci dovrebbe essere una ragazza olandese" chiedo,
"L'è pena nada n'giooo" (se n'è appena andata) è la risposta in Real Mello's Singsong.
Capisco che la ragazza è la bella "cinquantina", che ho incontrato al ponte del Qualido e che raggiungo di corsa al parcheggio, dove mi stava aspettando.
Se proprio vogliamo la colpa di questo "misunderstanding" la debbo attribuire al bravo Giuan che ha fatto vedere a Helene una mia foto dei tempi ruggenti. In poche parole: io cercavo "la ragazza" e Helene cercava la giovane guida barbuta coi capelli lunghi dei tempi andati e non non si aspettava di trovarne la versione ultra-stagionata.
Per ovviare al ritardo che avevamo accumulato Helene è partita come un razzo mettendo in azione le sue lunghissime gambe, ma è stata subito stoppata dalla vecchia guida con il motto:
"walk slow and climb fast".
Helene, che nella vita è una raffinata insegnante di inglese in un prestigioso liceo di Rotterdam, è  stata una piacevole e veloce compagna di cordata, tant'è che alle due del pomeriggio, dopo le foto di rito della vetta, eravamo già sulla via del ritorno. io verso la mia rude Valmalenco e lei verso la sconfinata pianura olandese.

La "Grazia"e .....Il Disgrazia


L'E' UN BRIANZOO......

Giulia e Franci all'uscita del Canale di Cresta Guzza

Sul canalum
Ma le difficoltà di idenficazione della Vecchia Pantegana non sono finite qui.....
Il giorno dopo parto con mia figlia Giulia e una sua collega, per il Bernina.
Dormiamo alla Marinelli e poi, al mattino presto, ancora con le pile, ci incamminiamo verso la Marco e
Rosa. Ha nevicato nei giorni precedenti e così decido di salire per il Canale di Cresta Guzza, che è in condizioni favolose e ci farà risparmiare una bella mezzoretta rispetto alla "ferrata".
Foto Elio Presazzi
Quando siamo nel tratto più ripido del canale vedo l'amico Elio Presazzi, l'aiuto custode del Marco e Rosa, che scende per delle manutenzioni alla ferrata.
Alla Marco e Rosa
Elio, da ragazzo, è stato un campione di sci e a vent'anni gareggiava nella squadra nazionale  assieme ai supercampioni della valanga azzurra, Thoeni, Gross, Klammer.....
Poi un incidente gli ha troncato la carriera di campione ed aperto quella dell'allenatore. Sono state sue allieve quasi tutte le campionesse italiane di questi ultimi decenni.
"Vet in giò", vai in giù, gli chiedo in stretto idioma malenco.
"Vu a cuntrulaa la ferada"......

Giulia sulla vetta italiana
  Strano che l'Elio non mi saluti con l'affabilità di sempre:
"Ciao coscrittoneeee....etc etc" cui sono abituato; siamo nati tutti e due nel glorioso e lontano 1956, nel più profondo del cuore della Guerra Fredda.
"Bah!" penso :"che l'alta quota abbia influito negativamente sul suo umore .......?"
Nel frattempo, come da accordi, poche decine di metri sopra di noi atterra l'elicottero che trasporta il Cunca, un amico che si aggregherà a noi per salire sul Bernina, il quale chiede al Bianco, l'ormai leggendario custode del Marco e Rosa, se è arrivato il Masesku con le ragazze.
Cunca, Franci e Giulia in Vetta al Bernina

Il Bianco sente Elio via Radio
"Ghel in gir el Paulin"

In discesa sulla cresta
"No, l'u minga vist, el riva (arriva) un Brianzoo (Brianzolo) cun du omm" è la risposta.
Questa notizia getta nello sconforto il povero Cunca che pensa di avere buttato via i soldi dell'elicottero e vede sfumare la salita alla vetta del Bernina.
Pochi minuti più tardi,  quando arriviamo alla Marco e Rosa, il Cunca, vedendoci inaspettatamente è l'uomo più felice del mondo.
Morale della favola: in poco meno di due giorni non sono stato riconosciuto da ben due persone e, pazienza per l'affascinante Helene, che era stata depistata da una mia vecchissima foto, ma quella dell'Elio col quale, d'inverno, un giorno si e uno no, ci vediamo sulle piste del Palù, che mi prende per un "Brianzoo" mi sembra veramente grossa.
 Non mi vien altro da dire che:
"Ahimè, Masesku: non sembri proprio più quello di una volta!"

Fatto! Alla Prossima.......
Il Gran Maestro Elio presazzi

Vecchi tempi (foto J. Merizzi)









Vecchi e basta, con Jacopo in Val di Mello

















Masesku Agosto 2017

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