"LO SDRAIATO"


Un paio di anni fa ha avuto un certo successo il libro di Michele Serra intitolato "Gli Sdraiati". Era la storia  affettuosa  e apparentemente senza speranza, di un padre alle prese con un figlio adolescente che, pur avendo tutto, è esistenzialmente "scazzato".
 "Ma come?" gli rimprovera "non solo hai tutto, ma  anche il superfluo e perfino la possibilità di fare una vita stimolante che se solo l'avessi avuta io alla tua età....
 Invece te ne stai sdraiato tutto il giorno sul divano di questa lussuosa casa di vacanza, incurante delle bellezze che ti circondano, ti isoli tra smartphone, computer e televisione che usi in contemporanea e non ti passa neppure per la testa di andare, per esempio, al Col de la Bufere, un posto di primordiale bellezza, che sprigiona una energia meravigliosa e ti fa sentire un eroe..... etc etc"
Insomma, il libro è un tira e molla con la retorica paterna, alla quale il giovane risponde con un immusonito: "Che Palle!!!!"
Finché, per togliersi la noia dei brontolamenti e delle tensioni, una mattina all'alba, decide,  per dargli un contentino, di partire con il vecchio per questo famoso Colle che è diventato un'ossessione generazionale.


Con un abbigliamento ripescato a caso tra quello per l'happy hour, il cazzeggio universitario e la discoteca, con scarpe enormi e rigorosamente non allacciate, alla fine il figlio arriva al fatidico Colle prima del vecchio, ribaltandogli contro tutti i giudizi e pregiudizi morali che quest'ultimo aveva maturato.

Anch'io ho in casa uno "Sdraiato", in erba rispetto a quello di Serra, perché ha solo quindici anni, ma è già in grado, non solo di sollecitare ai massimi livelli il mio autocontrollo manesco, ma anche di farmi rimpiangere gli aspetti meno poetici dell'infanzia che ha appena trascorso, tipo la rimozione dei patelli pieni di cacca  la sopportazione dei penosi spettacolini dell'asilo, dei primi concertini e via dicendo.
Riconoscendo il punto debole del suo vecchio nella incurabile malattia arrampicatoria e sapendo alla perfezione il piacere che mi farebbe  scalare in sua compagnia, il mio "sdraiato", che si chiama Federico  detto Friz, me la fa pagare, promettendomi di venire con me per poi bidonarmi all'ultimo minuto, oppure alla mia domanda "Oggi andiamo ad arrampicare?" risponde " me lo dovevi dire prima", manco dovessi fare domanda in carta bollata, andandosene poi al cazzeggio con i suoi amici.


Finalmente, martedì 23 giugno, riesco a toglierlo dalla strada e a portarmelo in Val di Mello a fare Kundalini.
La valle è splendida, con una gran quantità di acqua che scende dalle alte quote e con le chiome degli alberi nel massimo della loro potenza espressiva e tutto questo coinvolge "lo sdraiato", che ne ipotizza una visita col motorino in compagnia di quegli sfaticati dei suoi amici.
Il Friz affronta la scalata come una bella scampagnata, si guarda in giro e ammira la valle dall'alto. Ha portato uno zainetto, alle soste si fa una bevutina, poi aziona la GoPro, immortala questa sua giornata che non è per niente male (ci sta.....) e manifesta il piacere di essere in un posto bellissimo. In poche parole se la gusta e se la gode con uno stile che gli invidio, riuscendo quasi a scalfire tutti i giudizi e pregiudizi morali che ho maturato nei confronti degli"sdraiati".

Masescu

Giugno 2016















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