Un "Caminicolo" sulla via Leni allo Spazzacaldera




Dopo i fasti estivi trascorsi in barca a vela tra i marosi del Mediterraneo, alternati a prestigiose scalate: il Diedro Fehrman al Campanil Basso del Brenta (il quarto grado più difficile delle Alpi) e L’Aguglia (Il Cervino della Sardegna), il Dott Clara, “Sandrino per le donne”, è tornato più agguerrito che mai in una domenica di metà settembre. 
Obiettivo della giornata: evitare la folla e sfruttare la coda dell’estate splendidamente calda e ancora godibile in quota. La scelta è andata sulla via Leni allo Spazzacaldera, un vero gioiellino da non lasciarsi scappare, con granito della migliore qualità e passaggi in placca e diedro di difficoltà mai banali; “Dulcis in fundo” un aggettante camino.
 Tra tutti i tipi di arrampicata quella “del camino” è la più maschia: una sorta di lotta che si fa contro la roccia utilizzando tutte le parti del corpo possibili ed immaginabili. “Chiappa e spalla”, “Spalmo di mano” premuta sulla roccia dalle leve "opposte" dei gomiti, uso ruvido delle ginocchia (bandito scioccamente da tutti i manuali d’arrampicata), delle orecchie e anche delle più intime parti virili, sono i segreti della progressione.
 La psicologia, poi, vuole la sua parte ed è supportata da indegni grugniti, che favoriscono l’azione anaerobica dei muscoli, alternati ad urla di sfida. Sandrino ha applicato alla lettera e con decisione ogni suggerimento. Perfino il mantra “CAMINICOLO, SONO UN CAMINICOLO!!!! “ urlato con voce stentorea che raggiungeva verso sud lo spartiacque alpino delle cime di Zocca e di Castello, ha contribuito efficacemente al superamento delle difficoltà. Masesku

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